Ogni tanto guardo i miei librini in ebook sulla bacheca di un qualche store. Son lì, poverini, affogati in mezzo a un sacco di altra roba infinitamente superiore (e magari anche a qualcosa di inferiore, ma quello me lo dico solo quando un’inspiegabile boria mi sale alla testa). Il primo problema dei miei librini è che son autopubblicati, ed è come se urlassero “Ehi, guardami, sono un prodotto amatoriale”. Il secondo – più grave, credo – problema dei miei librini è che costano; e non parlo tanto di soldi (che 1,99 euro tutto sommato è una cifra che si può spendere senza troppi problemi), ma del fatto che costano del tempo per essere letti. E quello, una volta che lo hai speso, non te lo può ridare indietro nessuno. Allora sarebbe da inventarsi una cosa tipo “leggi il mio librino, e se non ti piace mi impegno a lavarti i piatti, o ti porto fuori il cane, o ti faccio una lavatrice e poi ti stendo i panni, così nel frattempo tu recuperi il tempo che ti ho fatto perdere nella lettura”.
Così, almeno, poi siam pari.